A 5 anni dall'entrata in vigore della legge 54 del 2006 che ha riscritto buona parte delle norme sostanziali e procedurali in materia di affido dei minori nelle procedure di separazione, divorzio e procedimenti relativi a figli di genitori non coniugati, è possibile fare un bilancio dell'applicazione della legge, traendone spunti di riflessione sia in termini di innovazione, sia quanto alla sua interpretazione, sia nella prospettiva di correzione dei nodi critici.La legge 54, nelle intenzioni del legislatore, aveva tra i ......
A 5 anni dall'entrata in vigore della legge 54 del 2006 che ha riscritto buona parte delle norme sostanziali e procedurali in materia di affido dei minori nelle procedure di separazione, divorzio e procedimenti relativi a figli di genitori non coniugati, è possibile fare un bilancio dell'applicazione della legge, traendone spunti di riflessione sia in termini di innovazione, sia quanto alla sua interpretazione, sia nella prospettiva di correzione dei nodi critici. La legge 54, nelle intenzioni del legislatore, aveva tra i suoi obiettivi quello di: 1) porre rimedio alle più evidenti lacune del sistema in tema di rapporti genitori–figli: vedi disparità di trattamento tra figli naturali e legittimi; 2) ottemperare alle prescrizioni ed ai principi introdotti nel nostro ordinamento da norme sovranazionali attraverso la ratifica di importanti convenzioni internazionali; 3) anche sulla base dei suggerimenti provenienti dalle discipline psicosociali, allineare il nostro paese ai principi di un più attuale e consapevole approccio alla genitorialità, passando dalla concezione arcaica della patria potestà al più moderno ed universalmente riconosciuto concetto di responsabilità genitoriale.
relazione all'incontro di studi del 7 febbraio 2011 Aula Magna Liceo Cassini, Genova