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Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia

  • Conscious Contracts. Un nuovo approccio possibile?

    Durante la nostra vita concludiamo contratti in continuazione, ormai a volte prestiamo il nostro consenso quasi senza rendercene conto, provate solo a pensare a quando entrate in un negozio o al supermercato. In realtà il nostro grado di attenzione aumenta man mano che l’impegno contrattuale a noi richiesto è maggiore; d’altro canto quando si parla di accordi o di contratti si tende a pensare e individuare gli elementi tecnici e  giuridici da valutare, soppesare e inserire in quel documento, che sono poco noti alla gran parte delle persone.

    Ma gli accordi sono fatti proprio da persone e gli aspetti giuridici sono solo una parte della vita delle persone; e allora come mai questa tutto ciò che non è giuridico non trova spazio nei contratti?

    Ciò avviene, in parte, per come noi avvocati siamo abituati a pensare e per come il nostro sistema giuridico è strutturato; più passa il tempo e più mi interrogo su questa difficoltà  e mi chiedo come sia possibile integrare nel mondo giuridico gli aspetti più umani, meno intellettuali e logici delle persone, e come in questo modo poter fornire un servizio migliore alle persone che si rivolgono a me non solo per questioni familiari ma anche quando le esigenze si spostano verso il mondo del lavoro e del business.

    Durante gli ultimi anni ho incontrato sempre più spesso colleghi che si pongono domande simili alle mie. Oggi vorrei parlarvi di una collega americana che si chiama J.Kim Wright; ho incontrato Kim lo scorso anno, mi sono formata con lei, ho letto i suoi libri, e ne sono rimasta affascinata.

    Il metodo di lavoro che lei propone permette di considerare tutti gli aspetti della vita di una persona anche quando si lavora a un accordo e si redige un contratto.

    In queste brevi righe cercherò di raccontarvi cosa ho imparato e perché i rivoluzionari contenuti di questo metodo possono essere interessanti per chiunque abbia voglia di fornire al cliente qualche cosa in più.

    J.Kim Wright parla di “Conscious Contracts” la traduzione letterale in italiano “Contratti Consapevoli” è limitante; i Conscious Contracts non sono solamente dei contratti che rendono consapevole la parte di ogni aspetto del contratto, e quindi più informata rispetto a quanto succede normalmente, ma sono contratti formulati e predisposti  con tutta una serie di accorgimenti , volti a integrare sia nella fase di preparazione che in quelle di stesura, conclusione, applicazione, di eventuale crisi, e di risoluzione, sia  elementi giuridici che elementi, seppur non rilevanti dal punto di vista giuridico, rilevanti per le parti e per il buon fine degli accordi, la loro esecuzione,  la prevenzione e la gestione di eventuali dispute che dovessero insorgere tra i contraenti.

    L’intento di questo contributo è quello di creare curiosità in merito a questo metodo, vediamone allora insieme alcuni principi che possono dare utili spunti di riflessione.

    Il primo, e forse il più importante, passaggio è  che l’avvocato faccia una valutazione di come intende il proprio approccio al lavoro; solo quando vi è una presa di coscienza da parte dell’avvocato del suo ruolo sociale, non limitato a quello dell’esperto in materia di diritto, ma anche di esperto nella prevenzione e gestione dei conflitti, nella risoluzione dei problemi, nella collaborazione volta alla trasformazione delle ferite che la comunità sociale porta in evidenza, è possibile approcciarsi a questo metodo.

    Un altro piccolo sforzo richiesto agli avvocati, che lavorano a questo tipo di contratto, è quello di ricordarsi che il contratto appartiene alle parti e non agli avvocati e che il lavoro principale è proprio quello delle parti, e sono loro a dover essere soddisfatte; il compito dei legali è quello di aiutare il raggiungimento di un accordo, win to win, nel rispetto delle norme dell’ordinamento di appartenenza.

    Le norme divengono così uno degli strumenti che gli avvocati mettono a disposizione delle parti nel percorso che le porta alla stesura dell’accordo; in questo modo il sistema normativo viene integrato e viene permesso l’accesso al testo contrattuale ai valori, ai principi, agli obbiettivi, alla visione, alla mission delle parti.

    Abbracciare questo approccio significa creare un modo di svolgere la professione che garantisca dignità e voce a ogni aspetto dei nostri clienti e della loro vita, cercando soluzioni valide dal punto di vista giuridico ma che siano anche sostenibili e guardino anche all’aspetto relazionale. Sembrerà strano ma in questa prospettiva l’aspetto legale diviene forse il più semplice da gestire.

    Comprendo come a questo punto una domanda potrebbe sorgere:  in modo pratico e concreto come avviene questa integrazione di elementi? I requisiti di un contratto sono, secondo l’art. 1325 c.c., l’accordo delle parti, la causa l’oggetto e la forma, a questi elementi per farlo diventare un Conscious Contracts aggiungiamo qualche cosa d’altro, quegli elementi che rappresentano il lato umano dell’accordo.

    Fare questo significa  inserire i valori e i principi comuni alle parti come elemento fondante del contratto, per poterlo fare è necessario che le parti li abbiano ben chiari e quindi l’avvocato dovrà formulare molte domande esplorative per indagare se vi siano davvero valori e principi comuni e, se si, quali siano.

    La prevenzione e la gestione di eventuali situazioni conflittuali, vengono attuate con la previsione  tecniche di gestione del conflitto coerenti coi valori e i principi delle parti. Queste clausole di sicurezza aiutano a creare un reciproco clima di fiducia nelle parti.

    A tale scopo questo tipo di contratto prevede diverse modalità di confronto sia per gestire possibili momenti di difficoltà sia per modificare parti dell’accordo poco funzionali  o faticose per una o entrambe le parti, tutto ciò nel rispetto dei valori e dei principi. Con queste caratteristiche il contratto  diviene flessibile e adattabile all’evolversi della vita delle parti siano esse persone fisiche o società.

    Nei Conscious Contract anche il linguaggio è un elemento fondante; questo tipo di contratto deve essere scritto in modo chiaro e intellegibile per le parti, le criptiche clausole di stile in lessico giuridico devono trovare una traduzione comprensibile alle parti senza l’uso del legale come interprete; quindi verrà utilizzato un linguaggio chiaro, semplice! Non basta però utilizzare un linguaggio semplice e comprensibile anche la scelta e l’uso dei termini deve essere improntato più alla gestione della relazione tra le parti che agli aspetti transattivi.

    J.Kim Wright definisce i contratti come un matrimonio, dove la comunicazione e la reciproca fiducia sono la chiave per il successo, esse quindi devono basarsi sui comuni interessi più che sulle reciproche posizioni.

    Mentre nei contratti che siamo abituati a redigere l’intento dell’intero impianto contrattuale è quello di difendere gli interessi dei propri clienti e proteggerli da possibili conflitti, in questo caso si tratta di costruire relazioni, solide, efficaci e durature nell’interesse delle parti.

    L’intento finale è quello di creare un documento che sia davvero l’espressione delle parti, della loro volontà, intellegibile con facilità e in ogni sua parte, in grado di adattarsi ai cambiamenti che vita e mercato impongono, a volte anche in modo inaspettato.

    La flessibilità della struttura di questi contratti e la loro adattabilità al mutare degli interessi è del tutto innovativa e deflattiva rispetto al rischi di situazioni conflittuali.

     

    Avv. Maria Claudia Perego